Smart working, conference call, chat di gruppo, distanza sociale. L’emergenza sanitaria ha cambiato il nostro modo di vivere fuori e dentro casa e continuerà a farlo. Per questo il design dovrà trovare soluzioni adatte alla nuova società.
L’emergenza legata alla pandemia ha completamente sconvolto il nostro modo di vivere, su tutti i piani: dal lavoro alle più semplici azioni di vita quotidiana, come andare a fare la spesa, fino ai rapporti interpersonali con il distanziamento sociale.
La pandemia di coronavirus e il confinamento hanno cambiato inoltre il nostro modo di rapportarci alla città e anche il suo design.
Le prime modifiche sono state rapide e circostanziali, come le restrizioni riguardanti gli spostamenti, i divisori nei supermercati, i segnali sui pavimenti o i balconi convertiti in centri di attività sociale.
Ma molti altri cambiamenti, che vanno dai materiali da costruzione alla mobilità urbana, saranno le basi su cui si poggeranno le città e non solo nel post coronavirus.
Ed è questo il punto su cui il design dovrà riflettere e apportare un contributo del tutto nuovo ed inedito.
Ad esempio, si dovrà rivalutare il settore dei trasporti: dovrà essere garantita la distanza di sicurezza tra i viaggiatori, cosa che è incompatibile con il modo in cui funziona il trasporto pubblico.
Grandi studi di design stanno lavorando sul tema densità e dal momento che non si possono ingrandire stazioni o terminal, si devono riorganizzare spazi inerti come ad esempio trasformare le banchine di attesa, luoghi dove il tempo viene accorciato grazie alla tecnologia che controlla la densità dei flussi.
Oppure, controllare la densità negli uffici con compartimentazioni, segnalazioni di zone con assembramenti, regolazione di flussi in ingresso e uscita, cambiando gli spazi in soluzioni modulari e promuovendo la rotazione del personale e lo smart working.
Sicuramente saranno banditi gli open space all’interno degli uffici; molte aziende stanno lavorando a soluzioni per dividere gli spazi che possano essere efficienti con l’inserimento di oggetti, schermi e pareti mobili che siano anche temporanee ed economicamente sostenibili, con materiali dove la latenza dei germi è ridotta.
Con lo smart working inoltre cambieranno anche le case che verranno parzialmente trasformate in luoghi di lavoro e quindi aggiornate con quinte o angoli diversi per le diverse funzioni perché è necessario poter lavorare in serenità in video conferenza. Ed ecco soluzioni come nidi componibili da utilizzare sul terrazzo di casa, in salotto oppure in giardino: oggetti che non siano solo soluzioni lavorative per isolarsi o per lavorare, ma anche strumenti utili per vedersi un film o leggere un libro.
Infine, la comunicazione a distanza potrebbe portare grandi cambiamenti nelle città e nei sobborghi. Il risparmio di tempo derivante dal non pendolarismo da casa, la maggiore familiarità con l’apprendimento a distanza, la convenienza dello shopping online e la connessione culturale dell’intrattenimento online (visite ai musei virtuali, streaming live di concerti, teatro registrato): tutto ciò potrebbe cambiare il nostro modo di vivere.