“L’opera d’arte è un grido di libertà.” (Christo)
Christo Vladimirov Javacheff conosciuto semplicemente come Christo, ha segnato il movimento artistico di Land Art nato a metà degli anni ’60.
Domenica 31 maggio 2020, il panorama artistico contemporaneo ha perso una delle sue stelle più famose. È venuto a mancare, per cause naturali, Christo Vladimirov Javacheff conosciuto semplicemente come Christo.
Nato in Bulgaria, il 13 giugno 1935, nel 1957 si trasferì a Praga, ex Cecoslovacchia, prima di scappare a Vienna e poi a Ginevra. Nel 1958 andò a Parigi, dove incontrò Jeanne-Claude Denat de Guillebon nata a Casablanca (Marocco) nel suo stesso giorno; la donna, divenne non solo sua moglie, ma anche la sua partner nella creazione di opere d’arte monumentali.
Christo era l’artista, mentre Jeanne-Claude l’organizzatrice: senza di lei, era solito dire, non ce l’avrebbe fatta a realizzare opere tanto folli, che richiedevano una lunga preparazione e soprattutto molti permessi e autorizzazioni.
A partire dagli anni Sessanta divennero tra i principali esponenti della “land art”: forma d’arte basata sull’intervento dell’artista sul territorio naturale, in particolare in grandi spazi come deserti, praterie o laghi, modificandoli provvisoriamente (di cui rimangono foto e video).
Le immagini dei lunghi teli che avvolgono scogliere o monumenti storici sono affascinanti e rendono più evidente ciò che è nascosto, costringendoci a pensare con maggiore attenzione alla loro presenza.
Nel corso del loro sodalizio personale ed artistico, Christo e Jeanne Claude, spinsero la loro arte a livelli mai provati prima: nel 1969 volarono in Australia per realizzare l’opera “Wrapped Coast, One Million Square Feet” dove impacchettarono, letteralmente, oltre due chilometri di costa a Sydney, utilizzando oltre 93.000 metri quadrati di stoffa antierosione assicurati con una corda.
Nel corso della carriera non si dedicarono solo ad elementi naturali, ma coinvolsero anche alcune tra le città più importanti del mondo cambiando il modo di vedere il paesaggio.
Tra i progetti più celebri ci sono l’impacchettamento della Porta Pinciana a Roma, quello del Reichstag di Berlino (1995) e quello del Pont Neuf di Parigi (1985).
Nel 2016 il nome di Christo divenne conosciuto, anche ai non esperti di arte, in Italia quando realizzò l’installazione “Floating Piers” sul lago di Iseo. Si trattava di passerelle galleggianti che avrebbero collegato il comune di Sulzano sulla terraferma a Monte Isola e da lì altre due ramificazioni avrebbero congiunto Monte Isola all’Isola di San Paolo.
Christo stava lavorando alla sua ultima opera d’arte temporanea a Parigi: L’Arc de Triomnphe, Wrapped (Progetto per Parigi, Place de l’Étoile), prevista per ildal 18 settembre- al 3 ottobre 2021, che porterà a termine un progetto su cui l’artista lavorava da oltre sessanta anni; l’addio più bello per un l’artista che ha stravolto i canoni dell’arte.