“È molto importante per noi visitare il luogo e cogliere i diversi aspetti dell’ambiente generale prima di iniziare ogni progetto. Dopo studiamo e sviluppiamo schemi di base basati sull’ambiente. L’architettura è dove lo spazio, incontra la vita” Kazuyo Sejima
Nata nel 1956 in Giappone, nella prefettura di Ibaraki, Kazuyo Sejima è una delle figure più importati dell’architettura mondiale: una delle maggiori protagoniste femminili di un settore tradizionalmente maschile.
Laureatasi in architettura presso la Japan Woman’s University nel 1981, nello stesso anno inizia a lavorare nello studio di Toyo Ito fino al 1987 quando apre il proprio studio a Tokyo.
Nel 1995 inizia a collaborare con Ryue Nishizawa con il quale fonda lo studio Sanaa; insieme progettano abitazioni, edifici commerciali, uffici e musei a Tokyo e in Giappone. Partecipano con successo a numerose competizioni internazionali.
Nel 2010 è la prima donna a dirigere e curare la XII Mostra Internazionale di Architettura per la Biennale di Venezia.
Sempre nello stesso anno vince (con il suo studio) il prestigioso Pritzker Architecture Prize. È la seconda donna a essere insignita del “Nobel per l’architettura” dopo Zaha Hadid, che lo vinse nel 2004.
Sejima ha insegnato al Tokyo Institute of Technology, alla Japan Woman’s University e alla Science University di Tokyo. Docente presso il Politecnico di Losanna, è Visiting Professor alla Tama Art University e alla Keio University di Tokyo e, con Nishizawa, tiene la docenza Jean Labatut alla Scuola di Architettura dell’Università di Princeton. Nell’anno accademico 2015/2016, è stata docente in Architectural Design presso il Politecnico di Milano.
L’unicità della sua architettura risiede nella padronanza del rapporto con l’ambiente circostante: chiusura o rivelazione, trasparenza o traslucenza, pieno contatto con il terreno o edifici come superfici libere che fluttuano sopra il sito.
Tali scelte relazionali non sono una conseguenza di un’ideologia, ma hanno origine nell’esperienza del luogo, della funzione e dello spazio. Si crea una fluidità tra dimensione pubblica ed esperienza privata, che viene messa a punto in modo diverso a seconda del progetto. Questo approccio pone Kazuyo Sejima e lo studio Sanaa nella contemporaneità: è un dialogo continuo con le esperienze del presente piuttosto che un riferimento al passato.
In Italia, suo è il progetto del nuovo campus dell’università Bocconi di Milano, un progetto capace “di ridefinire il concetto di campus come elemento integrante del tessuto urbano, con un insieme di edifici unitario, organico, non invasivo e contemporaneamente aperto – fisicamente e visivamente – al contesto.