“L’opera non è soltanto l’oggetto, ma anche quello che lo circonda e i vuoti, gli spazi” – Oscar Niemeyer
Artefice dei principali edifici istituzionali di Brasilia, Oscar Niemeyer si colloca tra le figure di riferimento dell’architettura del ‘900 in America Latina e non solo.
Nato nel 1907 a Rio de Janeiro, nel 1930 inizia a studiare all’Escola Nacional de Belas Artes, presso l’Università Federale di Rio de Janeiro, seguendo gli innovativi insegnamenti del direttore Lucio Costa.
Nel 1931, ancora studente, entra nello studio di Costa – pioniere della architettura moderna in Brasile – dove ha così modo di apprendere le metodologie del maestro del Movimento Moderno.
Si laurea come ingegnere e architetto nel 1934 e nel 1936 apre la propria attività indipendente.
Nel 1936, viene invitato a far parte del gruppo di progettisti con cui il maestro svizzero Le Corbusier lavora al progetto per il Ministero dell’Educazione e della Sanità di Rio (poi realizzato, tra il 1936 e il 1943, dal solo Niemeyer).
Dopo un’altra collaborazione con Le Corbusier per la realizzazione di un giardino d’infanzia a Rio, Niemeyer nel 1938 progetta la casa del poeta brasiliano Oswald de Andrade e l’anno successivo assume il comando del team di architetti responsabile per il ministero che assunse il compito di modellare il nuovo uomo, brasiliano e moderno.
L’importante esordio sulla scena internazionale avvenne nel 1938 con il Padiglione Brasiliano alla Fiera di New York, realizzato assieme a Costa e a Paul Lester Wiener.
Il padiglione adottava un linguaggio di grazia ed eleganza, luminosità e fluidità spaziale, piani aperti, curve e muri liberi, nei quali il termine “Ionic” contrasta con il rigido stile dell’architettura modernista, denominato “Doric”.
Impressionato dall’esecuzione di questo progetto, il sindaco Fiorello La Guardia onorò Niemeyer con le chiavi della città di New York.
A Niemeyer si deve indiscutibilmente la formazione delle linee guida dell’architettura brasiliana moderna: leggerezza e semplicità, forte presenza di decori e simbolismi, il tutto all’insegna della monumentalità.
Negli Anni Cinquanta il Presidente della Repubblica brasiliana si rivolge a Niemeyer per la costruzione di alcuni dei più importanti edifici della neonata capitale, Brasilia, che diventa campo d’applicazione per alcuni dei più importanti progettisti internazionali dell’epoca, spesso coinvolti nei progetti per le nuove ambasciate.
Il masterplan della città di nuova fondazione è opera di Costa, risultato vincitore di un concorso della cui giuria fa parte Niemeyer (nominato anche architetto capo dell’intera impresa), mentre lo studio del verde è affidato a Roberto Burle Marx.
A Brasilia si trovano, dunque, alcuni dei capolavori dell’architetto brasiliano tra cui il Palazzo dell’Alvorada, residenza ufficiale del Presidente; la sede del governo, il “Planalto” e la straordinaria Cattedrale.