Questa settimana, il viaggio nelle eccellenze artigianali italiane ci porta in Sardegna. Regione dalla storia unica, a tratti ancora misteriosa, trova nell’artigianato l’espressione culturale di tutto un popolo.
L’artigianato in Sardegna nasce principalmente per soddisfare le esigenze quotidiane, con la produzione di oggetti destinati ad uso domestico o per il lavoro in campagna. Si sviluppa così l’arte dell’intreccio dei cesti, della tessitura, della lavorazione dei metalli e del legno.
In un secondo tempo si sviluppa la produzione di oggetti ornamentali con finalità decorativa, con la lavorazione di ori e coralli per la produzione di monili e gioielli, conservati dalle donne e tramandati di generazione in generazione per il loro valore e la loro sacralità.
Tra gli oggetti più caratteristici dell’artigianato sardo, e unico nel suo genere, troviamo il coltello a serramanico chiamato “resolza” o “arresoja”. Il più importante centro di produzione è vicino a Sassari, a Pattada (da qui il nome del coltello “pattadesa”). Molto importanti sono anche i laboratori di produzione a Santu Lussurgiu (OR) e Arbus in Costa Verde dove tra l’altro è presente il Museo del Coltello Sardo con la arresoja più grande al mondo (4,85 metri di lunghezza).
La pattadesa è stato uno strumento fondamentale nel lavoro agro-pastorale e si producono tante varianti, ora pezzi da collezione.
I laboratori presenti nell’isola producono coltelli su misura e sono tutti firmati dal “coltellinaio” con il proprio cognome, una sigla o un simbolo.
La grande maestria nella lavorazione dei metalli ha dato vita a uno dei gioielli più rappresentativi della tradizione regionale: la fede sarda, oggetto antico e prezioso la cui storia si perde tra mito e leggenda. Il gioiello per eccellenza della tradizione sarda ha origini antichissime attestate da un rituale che risale al periodo romano: in questo periodo storico, con un anello si stringeva il patto di “destrarum iunctio”, ovvero di fidanzamento. Per questo motivo questa fede sarda ha preso il nome di “maninfide” che letteralmente significa “le mani in fede”. La fede rappresenta infatti due mani strette intorno ad un dito e simboleggia il prossimo patto che verrà suggellato col matrimonio.
La produzione delle fedi sarde è distribuita in tutta l’isola a dimostrazione dell’importanza che questo prezioso manufatto ha in tutta la regione.
La produzione orafa ad Alghero si collega alla lavorazione del corallo, che risale agli antichi Romani.
Non a caso la costa di Alghero è chiamata Riviera del Corallo, proprio perché le acque di questo tratto sono ricche di questo prezioso che viene pescato e lavorato per farne gioielli.
Il corallo di Alghero è riconosciuto come uno dei più pregiati di tutto il Mediterraneo sia per la qualità che per il colore rosso rubino.