“Ogni edificio ha due vite. Una, è quella che immagina il suo creatore e l’altra è la vita che vive. E non sempre sono uguali”. Rem Koolhaas
Remment Koolhaas, conosciuto come Rem, è un architetto, urbanista e saggista olandese, tra i più noti sulla scena internazionale.
Nato a Rotterdam nel 1944, si forma a partire dal 1968 all’Architectural Association di Londra, e successivamente alla Cornell University di New York.
Il suo progetto di fine studi a Londra nel 1972 è indicativo della sua volontà di mettere in discussione i paradigmi consolidati d’interpretazione dell’architettura e della città. Intitolato “Exodus. I prigionieri volontari dell’architettura”, immagina d’innalzare nel cuore di Londra due muri paralleli di lunghezza infinita. A differenza di quanto accadeva a Berlino, all’epoca enclave segregata nella Repubblica Democratica Tedesca, i settori che si susseguono tra i muri immaginati da Rem Koolhaas sono spazi di libertà e di edonismo, esclusivi, perché isolati dal resto della città in fase di decadenza.
A New York, scrive “New York Delirius” da egli stesso descritto come un “manifesto retroattivo per Manhattan”. Pubblicato nel 1978, è stato visto dai critici come un testo sull’architettura e sulla moderna società. Kooljaas descrive il libro come “un’esplorazione della cultura della congestione”.
I suoi scritti gli assegnano il riconoscimento di visionario, votato alla realizzazione di opere di architettura, pianificazione urbana e di ricerca.
Definito un modernista da alcuni ed un decostruttivista da altri, Koolhaas rifiuta entrambe le classificazioni. In realtà, analizzando i suoi tanti progetti, non è facile riconoscerne uno stile; egli stesso dice che “lavorando in tanti ambienti diversi e con le più diverse condizioni, il lavoro finito deve essere anch’esso diverso”.
Nel 1975, fonda con Madelon Vriesendorp e con Elia e Zoe Zenghelis l’Office for Metropolitan Architecture (OMA), che dal 1986 si stabilisce a Rotterdam. Lo scopo dello studio è di indirizzare la società odierna verso la formazione di un’architettura contemporanea. Tre anni più tardi, l’OMA vince il concorso per l’ampliamento del Parlamento.
Nel 1999, ad OMA si affianca l’Architecture Media Organization (AMO), la sua divisione idealmente complementare, dedicata specificamente alla ricerca.
Un altro tra i primi incarichi ricevuti è il Netherlands Dance Theatre in The Hague, completato nel 1987 e definito da Phyllis Lambert, direttore fondatore del Canadian Centre for Architecture a Montreal, come “uno dei primi nove edifici del XX secolo”.
Nel 2000 è insignito del Pritzker Architecture Prize.
In Italia, una delle opere più conosciute dell’archistar olandese, è la sede permanente della Fondazione Prada a Milano.
Qui, stabilisce una convivenza di nuova architettura e riqualificazione di una distilleria di gin dell’inizio del XX secolo che comprende magazzini, laboratori e silos di fermentazione che, insieme ai tre nuovi edifici, circondano un ampio cortile.